Cimitero militare di San Rocco
A pochi passi dal Museo di Pejo si può trovare il dosso di San Rocco, che prende il suo nome dalla chiesetta eretta nel XV secolo come voto perenne della popolazione al Santo per la protezione dalla peste.
Con lo scoppio della guerra l’esercito imperiale scelse questo sacro luogo per dare degna sepoltura ai propri militari morti per difendere l’impero e venne eretta una stele che porta sulla sua sommità l’aquila asburgica che volge lo sguardo verso i confini italiani.
Nel cimitero furono inizialmente sepolti un centinaio di soldati caduti sul fronte, i cui resti furono poi riesumati e trasferiti nei vari ossari eretti nel dopoguerra.
Come arrivare
- Una decina di minuti di camminata dal Museo, seguendo la salita sulla sinistra.
Il luogo, dal 2004, è diventato cimitero di soldati e, immerse nel verde, sono conservate le spoglie di 3 Kaiserschützen austriaci, che persero la vita nella battaglia del San Matteo il 3 settembre 1918 insieme ad altri 5 militari recuperati sui ghiacciai negli ultimi anni. Su ogni tomba al posto del nome vi è la scritta NON SA DIR LA TOMBA IL NOME MIO MA LO CONOSCE E BENEDICE IDDIO.
I corpi dei 3 Kaiserschützen furono ritrovati nella zona del Piz Giumela da Maurizio Vicenzi, direttore del museo di Pejo, e sepolti nel cimitero di San Rocco nel 2004 dopo una commemorazione religiosa.
Forte Barbadifior
Con una facile passeggiata si può andare alla scoperta del forte austriaco Barbadifior, costruito a 1600m e utilizzato come casermetta durante la prima guerra mondiale.
Il Forte era un “blockhaus”, ovvero una caserma difensiva rinforzata da scudi verticali corazzati. Era armato con 2 cannoni e 4 mitragliatrici per il combattimento ravvicinato, ma non fu sfruttato durante la guerra per via della sua posizione arretrata rispetto alle linee nemiche e fu bombardato nei primi giorni di guerra dall’artiglieria Italiana rendendolo inservibile.
Come arrivare
- Al primo tornante della strada che da Pejo Fonti porta a Pejo Paese si imbocca la stradina a sinistra per il Lago Pian Palù.
- A circa 1 km si raggiunge il parcheggio di Malga Frattasecca.
- Proseguendo a piedi a circa 100 metri, sulla sinistra si imbocca la stradina che sale al Forte Barbadifior, fortificazione risalente al primo conflitto mondiale.
La struttura fu realizzata agli inizi del 1900 al fine di chiudere la cintura dei forti del Tonale; l’architettura avrebbe dovuto avere anche un gemello, il forte Montozzo, che però non fu mai costruito per lo scoppio della guerra.
Durata: 30 minuti circa
Pian della Vegaia
A partire da Forte Barbadifior si può raggiungere a piedi Pian della Vegaia, un’altra escursione suggerita sul territorio, un terrazzo panoramico da cui sono ancora visibili le trincee della Grande Guerra.
Come arrivare
- Proseguire oltre il Forte in direzione ovest fino a raggiungere il ponte che permette di superare il torrente Noce e attraversare la valle
- Il sentiero sale poi fino alla Piana della Vegaia, dove era situato il principale acquartieramento militare della valle e dove si possono visitare le gallerie e le trincee scavate per armi e munizioni.
L’itinerario si sviluppa in Val del Monte nel versante sinistro idrografico del torrente Noce, alle pendici della Cima Frattasecca e delle Mandriole. Si tratta di un percorso ad anello che passa per Malga Termenago di Sotto (1.523 m), Pian della Vegaia (1.900 m), Malga Giumella (1.950 m), Fontanino (1.675 m) per tornare a Malga Termenago di Sotto.
Si segue il tracciato di una strada militare costruita durante la Grande Guerra a supporto del sistema difensivo austro-ungarico.
L’escursione è possibile solo nella stagione estiva.